Milano indagine storica preliminare.
- Milano: Un Viaggio nella Storia, dalla Milano Romana al Fascino Medievale
- Milano Romana: Scopri i Segreti dell’Antica Metropoli
- Milano Medievale: Un Tuffo nel Passato tra Goti, Longobardi e il Ducato
- La Storia di Milano: Dall’Impero Romano all’Eredità Medievale
- I Goti a Milano: La Traccia di un Popolo Misterioso
- Milano Medievale: Un Racconto Affascinante di Nobili e Artigiani
- Il Ducato di Milano: Potere e Splendore nella Storia della Città
- Milano Romana: Tra Monumenti e Leggende, il Fascino dell’Antichità
- Milano Medievale: Quando i Longobardi Regnarono sulla Città
- L’Evocativa Morfogenesi di Milano: Un Viaggio attraverso Epoche e Stili
Che le attuali torri di Milano, non siano all’altezza di quelle romane o medievali, credo non vi siano molti dubbi. Quanti grattacieli degni di tale nome oggi noi vediamo a Milano ? Certamente le torri residenziali sono numerose, ma i grattacieli degni di nota e significato, forse non superano al dozzina. Se la memoria non mi inganna il primo grattacielo dell’era moderna a Milano fu il Grattacielo Pirelli ( Nervi-Ponti) a memoria poi mi viene in mente la Torre Turati, e la torre che io chiamavo 105 perché ospitava radio 105. Le nuove torri si scorgono da via Vittor Pisani con alle spalle la Stazione Centrale. Soggettivamente ritengo che ai grattacieli storti ..del portello io preferisco l’intervento dell’architetto Nicolin. Quella dinamica al portello avrebbe dovuto rispettare la magnifica geometria monumentale, per generare un cambiamento urbano significativo, che a mio avviso accade solo in piazza Gae Aulenti.
Fatta questa premessa sulla contemporaneità torniamo al lontano passato ed a come la città fu plasmata nel tempo. Nel 2015 spiegai all’interno di un trattato la correlazione tra l’equazione del cono e la memoria delle città Europee, in questo caso Milano, il mio saggio fu firmato come Alberto Mei Rossi e lo trovate nell’area press. Li dentro c’è parte dell’impostazione teorica di cui qui abbiamo il naturale prolungamento. Un nuovo testo è in fase di trascrizione da mesi, e forse finalmente riuscirò a consegnarlo. Si tratta di uno dei 10 capitolo del mio trattato di Architettura sulla città contemporanea che nasce da una indagine storica ed un esame degli elementi antichi, non sempre rilevati dagli urbanisti. Cosa c’è che non c’è nel Definetti? lo vedrete. Abbiate pazienza.
Tale indagine storica parte dal Medioevo post imperiale, con i cenni riferiti agli antichi fasti dell’impero e si dirige verso i giorni nostri. L’impostazione medievale vedeva nuove mura costruite e poi distrutte dai Goti. Tal mura , cosi come fa foto da me scattata presso il museo archeologico che possiede il modellino in legno e devo dire che è un riferimento fondante per capire come era fatta la città e per chi la studia. Le torri erano un centinaio sia nella fase romana che nella fase medievale o meglio 10 dozzine, quanto furono gli imperatori di Roma antica.
https://it.wikipedia.org/wiki/Filarete
L’esperimento parte da una voce autorevole di Wikipedia, ergo il Filarete, chi era e cosa ha realizzato a Milano?
Un dato importante , Filarete si mosse su segnalazione della famiglia Medici da Firenze a Milano, e sono due i dispositivi architettonici che hanno inciso in città , uno è quello che era utilizzato come “ospedale maggiore” sito all’interno di quello che era il perimetro medievale , plasmato nei secoli precedenti ed il confine oltre il qualche ci fu un area intermedia oltre la quale vennero realizzare le mura “spagnole”. L’altro fu la torre che sarebbe stata al centro della facciata del castello Sforzesco, distrutta e rifatta dal primo architetto post moderno della storia Beltrame, un copia stili agghiacciante, che l’ ha ricostruita in modo sconcio e allucinante. Un orribile impostazione inguardabile che sembra di cartone. Assente ogni forza tridimensionale dell’edificio sembrava fatta solo per soddisfare il disegno bidimensionale
Per capire la differenza tra una torre filaretiana ed una torre Beltramiana, un orribile copia venuta male di quella del Filarete occorre aver visto più volte la torre Bramantesca del Castello Visconteo Sforzesco di Vigevano, una forse l’unica torre filaretiana presente al mondo. Le proporzioni e le dimensioni sono ben diverse. Sforzinda prevedeva una serie di torri su Milano di si tal fatta composizione. Perché si chiama torre del Bramante? si chiama torre bramantesca perché il progetto fu attrivuito a Bramante in quale si era ispirato ai progetti ideali filaretiani che risalgono al 1463. Logico e noto che gli architetti del tempo si nutrivano di trattati di progettazione, non essendoci nessun politecnico e nessuna università in cui imparare. Imparavano sul campo e dai teorici. L’idiozia di definire il progetto Sforzinda non realizzato è tipico delle affermazioni “enciclopediche”.
La mente umana, a volte, si dimostra negligente nell’affrontare le conseguenze delle trattazioni teorico-critiche. Tuttavia, è bene ricordare personalità come Leon Battista Alberti e altri architetti teorico-pratici, i quali hanno offerto chiare dimostrazioni dell’intreccio tra teoria e pratica. L’incapacità di cogliere tale concetto deriva, in parte, dall’assenza nelle dimore di queste persone di trattati fondamentali sull’architettura. Se solo avessero dedicato un’attenta lettura a tali testi, e avessero osservato le conseguenze dell’influenza di questi architetti attraverso uno studio indipendente, avrebbero compreso che il mondo è tridimensionale e non può essere rinchiuso in rigide definizioni.
Affermare che Sforzinda non sia mai stata realizzata è un’affermazione sciocca, propria di chi manca di qualsiasi comprensione architettonica. A volte, infatti, le trattazioni teoriche si traducono in atti pratici da parte di singoli progettisti, mentre altre volte influenzano il lavoro di altri. Ciò è evidente nel caso di Bramante a Vigevano, dove la sua torre si erge come testimonianza di esperienza e conferma delle mie parole.
Mi chiedo, dunque, se a Vigevano esista ancora un frammento di Sforzinda. E come direbbe Aranzulla, lo dici sul serio? Ti invito a rilassarti, prenderti qualche istante e scrutare attentamente la foto. Successivamente, potresti concederti una passeggiata nella pittoresca Piazza Ducale della città, per verificare di persona ciò che sto affermando.
